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Ironico e divagante ma non tanto. Gianni Brera compie un viaggio attorno alla perenne inquietudine che caratterizza la specie umana fin dagli albori: un'ansia positiva, perché pungola, fa percepire e sconfiggere i pericoli, mette in moto il progresso, ma anche negativa, se degenera in angoscia. Saggio è allora chi sa trovare il punto medio, l'equilibrio "fra il timore che si spenga e la speranza che lingueggi la fiammella fatidica" dell'anima. Contro le folate dell'angoscia, scrive Brera, occorre mettere "l'anima sottovento". E per questo può servire anche una pillolina presa al momento giusto.