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La visione, la prospettiva, il "pensare in figura": sono tre temi che attraversano gran parte delle dottrine tra Quattro e Cinquecento, da Cusano a Ficino. Il libro indaga il posto che Leonardo da Vinci ebbe in questa tradizione di pensiero, un posto certamente rilevante perché seppe riprendere in modo originale, negli scritti ma anche nell'opera pittorica, aspetti centrali della riflessione filosofica e artistica del tempo. Nel suo uso della prospettiva, lumi e ombre assurgono a emblemi dell'antitesi tra conoscenza e ignoranza; in alcuni suoi celebri ritratti sembra riproporsi la contesa tra "divina proporzione" e caos delle origini. Sono solo due degli esempi della propensione, tipica del genio leonardesco, ad esprimere contenuti scientifici in modo figurato. Trova così ancora una volta conferma il carattere poliedrico di Leonardo, che seppe essere nello stesso tempo filosofo-artigiano, filosofo della natura, artista e ingegnere.