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La modernità è nata e si è sviluppata sul perno di una forma di riflessività, individuale e sociale, di carattere soggettivo e acquisitivo. Ma questa modalità di "fare società" pare oggi girare a vuoto, piuttosto generando problemi, che non risolvendone. Fra rischi e incertezze crescenti, la riflessività - moderna "coscienza infelice" - sembra diventare solo un'auto-descrizione della crisi cui va incontro la modernità. La tesi del volume è che, per superare la crisi della modernità, ed entrare nel dopo-moderno, occorre andare oltre la riflessività del "soggetto moderno". La proposta è di guardare alle dinamiche sociali che emergono là dove la riflessività sì applica alle relazioni sociali e non resta prigioniera della soggettività individuale o dei meccanismi sistemici. Si tratta di quella riflessività relazionale che è capace di creare una società civile de-mercificata. La possiamo vedere e gestire solo se possediamo una teoria generalizzata della riflessività come relazione sociale. Il libro presenta questa teoria e le sue possibili applicazioni pratiche, utili a scienziati e operatori sociali.