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Gli avvocati che condividono potere e ideologia con il capitalismo italiano sono un fenomeno dell'Italia di oggi? Frutto di una ricerca "sul campo" nella quale predominanti sono le fonti storiche, il volume indaga sul complesso rapporto che intercorre fra il processo di industrializzazione del nostro paese e le trasformazioni che la professione legale ha conosciuto tra la fine dell'Ottocento e gli anni Quaranta del secolo successivo. Ne emerge la precoce affermazione in Italia di un avvocato che, lungi dal mostrare pregiudizi nei confronti del mondo degli affari, proprio dal suo rapporto con le imprese trae legittimazione e potere, sociale ed economico. Dall'incontro fra industrializzazione e professione forense nasce infatti già in quegli anni una super-élite di avvocati d'affari che, compatta e distinta, costruisce legami solidi con altri gruppi di élite egemoni, quella finanziaria e quella politica, e con esse partecipa al governo dell'economia del paese. Accanto alla figura dell'avvocato d'affari nascerà presto un'altra figura professionale, all'insegna della specializzazione, il giurista d'impresa. Il volume ripercorre la definizione dello status-ruolo dell'avvocato stipendiato all'interno delle imprese - da semplice "passa-carte" a manager giuridico mettendo in luce anche sotto questo profilo come le trasformazioni economiche abbiano agito da elemento forte di trasformazione della professione giuridica.