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A lungo le autobiografie sono state guardate con sospetto dagli storici. Eppure la memoria autobiografica è uno strumento capace di rendere conto della molteplicità delle esperienze e della singolarità di ogni destino individuale. Il volume propone una lettura della società italiana dell'Ottocento a partire dalle narrazioni autobiografiche. Come si definiva il rapporto tra racconti autobiografici, percorsi individuali e spazio sociale? Quali caratteristiche doveva avere una vita per poter diventare oggetto di un'autobiografia? In che modo gli autori selezionavano tra ciò che era importante e ciò che non era importante scrivere di una vita? Tenendo presente un problema centrale per la storiografia, quello del rapporto tra individuo e società, si analizzano i modi con cui gli individui hanno raccontato le loro traiettorie geografiche, sociali e culturali attraverso le vicende di un Paese in formazione. La materia di questo libro è la straordinaria ricchezza delle risposte che le autobiografie italiane dell'Ottocento hanno cercato di dare ai problemi generali del vivere: il rapporto fra interiorità e riconoscimento pubblico, l'intreccio fra eventi biografici ed eventi storici, il fluire del tempo, gli affetti, il valore individuale, il significato del proprio essere passati nel mondo.