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Intesa da Omero e dai lirici greci come potere d'incanto della poesia, la grazia predomina durante il medioevo nell'accezione religiosa del termine, per poi divenire nella stagione rinascimentale e, ancor di più, nel Settecento l'oggetto prediletto di una teorizzazione che ha ampliato ulteriormente la gamma dei suoi significati. Con la svolta del modernismo e del postmodernismo la nozione di grazia cade in bassa fortuna, ma resta comunque uno dei fondamenti del nostro modo di sentire e di conoscere. Alla grazia si può pensare lungo la storia come a un sorprendente congegno dell'immaginazione e dell'arte, un insieme di dispositivi retorici, compositivi, concettuali, mentali, sentimentali, dell'intuizione e dell'emozione, un apparato di iconologie e di atteggiamenti culturali.