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Un motivo conduttore percorre l'origine e l'evoluzione dell'ordinamento giuridico della Chiesa, fino a contribuire a comporne il profilo identitario, quello del sangue: il sangue versato nel sacrificio che fonda il cristianesimo; che si fa tabù e divieto nell'antropologia occidentale e nel diritto; che tornerà a pulsare in ogni uomo, secondo la profezia, nella gloria dell'ultimo giorno. Questi passaggi vengono riproposti nella loro coerenza normativa millenaria dalle pagine di questo libro. Sangue e diritto, dunque, ma non solo: qui la prospettiva giuridica si salda direttamente al retroterra storico e sociologico, ma soprattutto a quello liturgico e teologico che reggono le norme e le dotano di senso, conferendo ad esse quell'organicità tipica di ogni ordinamento a base religiosa, segnatamente di quello canonico. L'attenzione per questo tema non si attenua - come pure ci si potrebbe aspettare - in un tempo, il nostro, così segnato dalla secolarizzazione e, su altro versante, dalla virtualità: anzi proprio la tenuta della sua centralità, sottolineano gli autori, testimonia di quanto il sangue, con i suoi significati simbolici e le sue proiezioni giuridiche, significhi nell'economia del sacro, che ancora incide, e non secondariamente, sulla vicenda umana.