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Ogni religione si ritiene pura e coerente, laddove le altre sarebbero confuse, contraddittorie, primitive. Ciascuna tende a considerarsi superiore, più completa, più "vera". Un'aspirazione alla verità forse legittima, ma certamente rischiosa. Combinata con ragioni politiche, economiche e ideologiche, essa può trasformare la religione in una macchina da guerra e il confronto sulla fede in scontro di civiltà. Esistono, in realtà, molti collegamenti che rendono le religioni meno lontane tra loro di quanto siano portate a credere. "Sotto le sacre volte", scrive Enzo Pace, "nulla si crea e nulla si distrugge". Le religioni, dunque, possono essere rappresentate come grandi sistemi di credenze stratificati, interrelati e propensi ad alimentarsi reciprocamente, perché accomunati da una struttura profonda: il potere della parola, capace di fissare o spostare i confini degli universi di senso individuali e sociali.