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Negli ultimi decenni l'architettura istituzionale di molti stati europei è andata mutando in seguito a diffusi processi di devoluzione di poteri e risorse dal centro alla periferia. Le regioni sono emerse con forza nell'arena europea e vi rivendicano un ruolo importante. Hanno costruito una fitta rete di relazioni fra loro per meglio perseguire i propri interessi e hanno promosso organismi di rappresentanza di fronte alle istituzioni di Bruxelles. Dal canto loro, le politiche comunitarie hanno privilegiato i territori substatali come ambiti di sviluppo economico e sociale; l'Unione europea ha addirittura preteso dai nuovi stati membri che, prima del loro ingresso nel 2004, realizzassero forme di decentramento. Tutto ciò ha contribuito al rafforzamento delle identità regionali. Per altro verso, le riforme territoriali sono entrate nell'agenda di molti stati europei anche sotto la spinta di movimenti e partiti regionalisti. A Ovest come ad Est si è avuto un risveglio di tradizioni culturali e di orientamenti politici diversi da quelli degli stati centrali. Su questo sfondo il volume - che qui si presenta in una nuova edizione - illustra in modo chiaro e informato i complessi rapporti tra devoluzioni, avvenute o in atto, regionalismi e integrazione europea.