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Il libro ripercorre la vicenda di Ferruccio Parri, figura di primo piano dell'antifascismo, capo della Resistenza, primo presidente del consiglio del dopoguerra. L'autore identifica due momenti decisivi nella vita politica di Parri: l'avvento del fascismo nel 1922 e la legge truffa del 1953. Il primo accelerò il passaggio da una mentalità politica di derivazione antigiolittiana a una posizione di carattere democratico e liberale; la seconda lo indusse ad abbandonare la liberal-democrazia e ad avvicinarsi alla sinistra riaffermando il primato dell'antifascismo. Il liberismo, il rapporto tra guerra e rivoluzione politica, una concezione della politica votata alla trasformazione della società hanno caratterizzato l'azione e il pensiero di Parri.