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L'obbligazione naturale sopporta, tradizionalmente, una rilevante varietà di approcci ermeneutici, i quali sono connotati, tuttavia, dal costante tentativo di includere i diversi casi di obbligazioni naturali nell'ambito di un unico genus. L'unitarietà del concetto si traduce nella pretesa di un unico statuto normativo, il quale sembra tuttavia inidoneo ad offrire soluzioni adeguate alle problematicità espresse dai casi concreti. La maggiore enfatizzazione dei dati normativi potrebbe forse agevolare un approccio relativistico dell'obbligazione naturale, nell'ambito del quale una prospettiva procedimentale - capace di proporre una ri-valutazione della fonte del rapporto - sembra attribuire diversa rilevanza ai doveri morali rispetto ai doveri sociali. La conclusione sembra suffragata anche dalla valutazione del profilo effettuale, nell'ambito del quale un significativo momento di riscontro è rappresentato dal profilo inerente alla opponibilità ai terzi degli effetti dell'adempimento dell'obbligazione naturale. In tal guisa sembra affermarsi l'esigenza di una considerazione plurale dell'obbligazione naturale, la quale contribuisce, forse, alla definizione di statuti normativi 'quanto meno in parte' differenti e tali da legittimare conseguenti soluzioni dei casi concreti.