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Stimare i propri maestri, non somministrare mai farmaci mortali, rispettare la segretezza del rapporto con il paziente: a distanza di quasi duemilacinquecento anni, il giuramento concepito da Ippocrate contiene precetti e ideali che sorprendono per modernità e continuano a ispirare le nuove generazioni di medici. Per noi lettori di oggi, che in questi terribili mesi della pandemia abbiamo potuto apprezzare in modo particolare il valore di quanti sono impegnati nella tutela della salute, il primo testo deontologico della storia della medicina suonerà come uno stimolo e un incoraggiamento: ad avere a cuore il benessere di tutti, senza distinzione, in nome di un inviolabile diritto alla cura che metta sempre al centro l'individuo e che sia, in scienza e coscienza, eticamente degno.