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Verso la fine del Cinquecento un giovanotto di provincia si trasferisce a Londra: non è ricco di famiglia, non ha conoscenze importanti, non ha studiato all'università. Il suo nome è William Shakespeare, e in un arco di tempo straordinariamente breve diventa il drammaturgo più importante di tutti i tempi. Le sue opere attirano colti cittadini londinesi e analfabeti che per la prima volta andavano a teatro. Fa ridere e piangere il pubblico, trasforma la politica in poesia, mescola arditamente beffe volgari e sottigliezze filosofiche. Cattura con uguale profondità gli aspetti più intimi della vita dei sovrani come di quella dei mendicanti, e allo stesso tempo mima senza fatica gli accenti dei goffi villani e si diverte con i racconti delle vecchie comari. Raccogliendo con perizia indizi, tracce e ipotesi, Stephen Greenblatt, oggi il massimo studioso mondiale di teatro elisabettiano, dipinge del Bardo un ritratto colto, ricostruendo ad arte la vita di uno scrittore capace come nessun altro di creare nomi e parole per le nostre passioni di uomini, e di dare corpo e immagine a sentimenti potenti e universali, con versi imperituri che a quattro secoli di distanza ancora non smettono di stupirci, di interrogarci, di rivelarci chi siamo.