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"I colloqui" raccolgono una quarantina di dialoghi del grande umanista di Rotterdam. Pubblicati nel 1518 all'insaputa dell'autore, furono poi oggetto nel 1519 di un'edizione autorizzata che sub), revisioni e ampliamenti fino al 1533. I testi presentano una grande varietà di temi e di stili, dalla diatriba erudita e colta tipica del primo rinascimento alla rappresentazione di tono popolare e macchiettistico. Richiamandosi all'autentico spirito del Vangelo e alla secolare tradizione cristiana, Erasmo smaschera il culto dei santi e altre false pratiche liturgiche diffuse fra gli ordini religiosi, si scaglia contro la guerra e il mestiere del soldato e contro le monacazioni forzate, denuncia l'ignoranza da parte del clero di una corretta esegesi biblica fondata su basi filologiche e non risparmia strali polemici alle dottrine di Lutero e Zwingli. Brillanti, argute e sarcastiche fino all'irriverenza, queste conversazioni ripropongono, con la vivacità drammatica della forma dialogica, l'Erasmo lucido e caustico degli Adagia e dell' Elogio della follia che contempla con ironia l'insensatezza dei comportamenti umani dominati dall'abitudine, dalla paura, dalla superstizione.