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"Libro dei sogni poetici, d'invenzione e di capricci malinconici" le aveva definite scherzosamente il Leopardi, consegnando invece a queste pagine la dialettica drammatica del suo pensiero e della sua stessa vita. Opera filosofica, libro di poetica, sincera passione laica, le "Operette morali" rappresentano - scrive Paolo Ruffilli nell'introduzione - il testo limite della nostra letteratura non soltanto ottocentesca: luogo di coincidenza di poesia e di prosa, di fantasia e di ragionamento, di invenzione e di lucida analisi del reale.