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È il 1930. L'America appena uscita dalla Grande Crisi vede affacciarsi sull'Atlantico il pericolo nazi-fascista. Davita, una bimba di otto anni, assiste alla fine delle illusioni dei genitori, intellettuali impegnati a sinistra, che speravano nella fine del capitalismo e nell'avvento di una società più giusta. Con la tragedia di Guernica, nel '37, dove si compie il destino del padre di Davita, ogni speranza sembra essere tramontata. Ma, proprio a questo punto, l'ormai adolescente Davita avverte il fascino della tradizione religiosa ebraica dei nonni materni. La religione, qui come in tutti i romanzi di Potok, non è un modo di fuggire dalle durezze della storia, bensì una chiave per comprendere la realtà. E non nasce dalla paura, ma dal coraggio e dalla libertà.