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Noi tutti parliamo di buchi, li contiamo, li descriviamo e li misuriamo. I buchi potrebbero sembrare oggetti veri e propri: come una pietra o una macchia d'olio. Eppure non appena proviamo a dare una definizione precisa di buco, ci perdiamo nel dubbio e nei paradossi: forse perché evochiamo l'idea di assenza, di vuoto, di nulla. Un concetto che sembrava semplice, che usiamo quotidianamente senza imbarazzo, diventa elusivo, sfuggente, ambiguo. "Buchi e altre superficilità" è un tentativo di prendere sul serio, analizzare e catalogare i diversi tipi di buco. Gli autori utilizzano strumenti di filosofia della percezione, deometria, logica e topologia, ma anche linguistica e letteratura. Un esperimento epistemologico che dimostra come l'esperienza e il linguaggio quotidiani si trasformino quando diventano oggetto di un'indagine filosofica e di una formalizzazione scientifica.