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I «Discorsi a tavola» sono una raccolta spuria di pensieri e osservazioni di Lutero, iniziata da Konrad Hertz nel 1531 e continuata negli anni da altri discepoli che, armati di taccuini, trascrivevano tutto quanto usciva dalla bocca del maestro. In tono informale e sciolto, il Lutero degli ultimi anni esprime la sua opinione su quanto gli veniva chiesto dai suoi commensali, inizialmente poveri e studenti universitari, poi via via personaggi più influenti e fedelissimi seguaci. I discorsi non hanno mai il piglio di una lezione ex cathedra: piuttosto rappresentano una riflessione piana e distesa sui temi della vita e della fede, con non rare concessioni al motto di spirito e alla tradizione popolare. Ne nasce un'opera in cui un Lutero vivo e spontaneo si sostituisce al teologo più rigido e perentorio che ritroviamo nei testi pensati e organizzati per la stampa.