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Questo piccolo e sferzante saggio, il trentacinquesimo nella lunga carriera di uno degli intellettuali europei più autorevoli, prende di mira l'insegnamento scolastico della letteratura, che anziché accostare i testi si ferma alle metodologie interpretative, e in generale la critica letteraria, che privilegia testi autoreferenziali e di scarso interesse per il pubblico più vasto dei lettori. Insomma, secondo Todorov la letteratura moderna sarebbe stata inaridita dai tecnici della materia e soffrirebbe oggi di un distacco con il mondo reale. È tempo, dunque, di restituire alla letteratura la sua funzione, ovvero quella di offrire ai lettori un senso alla loro esistenza. Contro i professori, gli scrittori che scrivono solo di sé e i critici che predicano una letteratura autoreferenziale e che insegna solo la disperazione, devono sollevarsi i lettori comuni, che continuano a cercare nei libri la possibilità di riflettere sulla propria vita e sulle proprie esperienze.