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Dei 142 libri che componevano l'imponente "Storia" di Livio ne sono pervenuti solo 35. Con stile maestoso e scorrevole il grande storico ripercorreva le vicende di Roma, dall'arrivo di Enea in Italia ai funerali di Druso, figliastro di Augusto (9 a.C.), con l'intento di fornire all'Urbe, nel momento culminante della sua potenza e della sua gloria, un'esposizione artisticamente valida del suo passato. Il successo della Storia liviana fu enorme fin dall'antichità, non solo per il suo valore storiografico quanto per la visione d'insieme, che vede quasi prevalere gli aspetti artistici, letterari e morali su quelli puramente storici. Dopo il racconto della leggendaria fondazione e dei successivi due secoli di monarchia (Libro I), si passa (già nel Libro II, e successivamente nel III e nel IV raccolti in questo volume, e ancora nel V) alla rievocazione del periodo repubblicano, delle guerre contro gli etruschi di Porsenna e i popoli confinanti, della nascita ed evoluzione del conflitto sociale tra plebe e patriziato, della redazione delle XII Tavole, della presa di Veio, fino alla tragica invasione gallica culminata nel grande incendio di Roma del 390 a.C.