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Considerato il capolavoro di Goethe, che nella stesura fu impegnato dagli anni Settanta del Settecento al 1831, il Faust è, insieme alla Commedia di Dante e al teatro di Shakespeare, una delle grandi summae della letteratura occidentale: una prodigiosa costruzione poetica in cui convivono armoniosamente cultura classica e mondo biblico, poema epico e fiaba romantica, moralità medievale e satira illuministica. La popolare leggenda del dottor Faust, mago e alchimista che stringe un patto col diavolo cedendogli la propria anima in cambio di ricchezza, conoscenza e piaceri, ha profonde radici nella tradizione europea, da Spies a Marlowe, da Lessing alla rivisitazione del Doktor Faustus di Thomas Mann. In Goethe il mito di Faust si trasforma in grande epopea del genere umano, in esaltazione dell'homo novus del rinascimento, della sua insaziabile sete di sapere, del suo prometeico impulso a dominare la natura, della sua spregiudicata volontà di potenza. Sfidando i limiti dell'umano in un incessante e sempre insoddisfatto anelito all'azione che si tramuta in febbre smaniosa e autodistruttiva, Faust diventa il tragico emblema dello spirito della modernità che ancora impronta di sé il nostro tempo. Introduzione e prefazione di Italo Alighiero Chiusano Traduzione, sommario e note di Andrea Casalegno .