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Composti tra il 37 e il 30 a.C., i quattro libri delle "Georgiche" si inseriscono nella fortunata tradizione del poema didascalico, traendo ispirazione dalle opere di Esiodo e Lucrezio, Catone e Varrone. L'originalità e la genialità di Virgilio si esprimono nella capacità di trasformare l'arida lettera della disciplina agronomica in un'epopea del lavoro umano, in particolare delle attività agresti - dalla coltivazione dei campi a quella della vite, dall'allevamento all'apicoltura -, conforme all'ideologia augustea, che predica un ritorno al costume dei padri e alla terra dopo molti anni di guerre civili.