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Da Giacomo a Crisostomo, da Bernardo a Dante, da Savonarola a Lutero, una grande tradizione di profeti ha contestato la ricchezza, gli sfarzi e le violenze della Chiesa. Accanto alle grandi tentazioni capaci di sconvolgere le impostazioni di fondo della coscienza ecclesiale - l'aspetto divino della comunità dei credenti, il potere, la santità - vi sono piccole tentazioni che si insinuano nella banalità delle cose quotidiane. Esse possono condurre al culto della personalità, agli eccessi nella venerazione per il papa, alla consegna indebita delle proprie decisioni di coscienza ai maestri spirituali, all'accettazione del clericalismo dei pastori. Quando la comunità cristiana non gode di "quella gioiosa libertà che viene dal distacco da cose e persone, dalle mète che ci si è proposti di raggiungere e ideali che si intendono realizzare, là si annida l'idolo, e l'adorazione del solo Dio resta oscurata", osserva l'autore.