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«Nella luce limpida del mattino si disegnava chiaramente il fumo scuro che usciva dai camini dei forni crematori». Con una prosa concisa e stringata, il diario inedito dell'ebreo olandese Jo Koopman giunge direttamente da Auschwitz. Scritto quasi in presa diretta, tra il 1945 e il 1946, questa testimonianza restituisce la vita quotidiana nel campo di sterminio nazista, le paure, le vessazioni, l'incombere della morte. Ma anche la liberazione a opera dei russi e il lungo viaggio attraverso l'Europa orientale, che ricorda quello descritto da Primo Levi nel libro "La tregua". «Non fu toccante - scrive Koopman - ma ben deludente, dopo un viaggio così lungo e pieno di emozioni, il nostro arrivo in Olanda»: esperienza purtroppo comune a molti dei sopravvissuti alla notte del Novecento. Introduzione di Pietro Stefani.