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Amare per dovere è la peggior sorte che possa capitare all'amore. Eppure accade spesso che la mancanza di consapevolezza di ciò che avviene nella vita affettiva e l'incapacità di cogliere i condizionamenti della propria storia e dei propri vissuti rendano faticosa la ricerca di un equilibrio tra la cura di sé e l'attenzione per gli altri. La capacità di accogliere, condividere e rendersi disponibili quando le persone e i fatti implicitamente lo richiedono è uno degli esiti naturali, ma non scontati, dell'accettazione incondizionata di se stessi e della costruzione armoniosa della propria identità personale. Da compito che si limita ad allontanare il senso di colpa, "farsi prossimo" può così diventare un segno naturale il cui significato, vissuto in profondità, ricompensa chi lo compie trasformando l'amore in una forza propulsiva che trova fonte e confine nella persona stessa. Un amore che supera ogni contabilità, dà pienezza a chi lo esprime e crea analoghe premesse in chi lo riceve.