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Gli scandali sessuali rappresentano per la Chiesa una storia tristissima e una ferita ancora aperta. Per Benedetto XVI i loro autori hanno "oscurato la luce del vangelo a un punto cui non erano giunti neppure secoli di persecuzioni". Ma davvero ora molto è cambiato, come alcuni pensano? In realtà si danno ancora letture banali e difensive e si è ben lontani dall'assunzione di responsabilità comuni e dalla consapevolezza che la corruzione sessuale ecclesiale è di solito l'ultimo anello di una catena di scandali. Il testo si propone di analizzare il senso degli abusi al fine di comprenderne le cause e la dinamica nel contesto di un vissuto celibatario a rischio di mediocrità. Perché una sensibilità è certamente già mutata, soprattutto a livello istituzionale, ma qualcos'altro resiste tenacemente al cambiamento, per esempio l'idea che la colpa sia di qualcuno e non un problema di tutti. Per la Chiesa è necessario inventare qualcosa di nuovo, una proposta di formazione permanente del cuore e della sessualità che accompagni tutta la vita, nei momenti tranquilli e nelle crisi, a livello personale e istituzionale. Perché il cuore dei consacrati impari a vibrare di battiti divini. E nessuno abusi di nessuno.