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La struttura espositiva di questo libro è la seguente: tre sezioni, una sui luoghi, una sugli oggetti, una sul contesto culturale. I luoghi del quotidiano: casa, lavoro, corpo, città. I luoghi della tradizione ma soprattutto i luoghi in cui si svolgono oggi i riti del cibo, sempre dal punto di vista del design: ristoranti, mense, case private, street food, fast e slow food. L'atlante degli oggetti è declinato all'interno di tutte quelle funzioni che gli strumenti e gli utensili legati al cibo hanno assunto, e dalle quali poi i designer e le imprese hanno definito forme, tipologie, stili contemporanei. Si basa sulle azioni principali che si svolgono attorno al cibo: coltivare, amalgamare, cuocere, servire, mangiare, conservare. Si va quindi dalle brocche alle caffettiere, dai frigoriferi alle posate. Il contesto. È una sezione divertente perché deriva in gran parte dal mondo del cinema e della pubblicità: le maniere, insomma, in cui gli oggetti di uso quotidiano in cucina sono stati trattati nella commedia all'italiana, nei caroselli, nelle pagine delle riviste. La filosofia generale del libro sviluppa il suo percorso partendo dalla tradizione della cultura contadina e arriva al panorama attuale, sottolineando come la materialità, insieme alle diversità delle culture alimentari italiane, da regione a regione, abbiano garantito anche a questo settore del Made in Italy una propria peculiarità, fatta più di differenze che di fenomeni unitari.