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Nella presente pubblicazione viene esposta la vicenda del protagonista dell'arte senese della prima metà del Trecento e quella dei ''chompagni'' che operarono nella sua bottega. Simone Martini (1284 circa-1344), fu l'artista che operò un netto distacco dalle forme ancora bizantine che dominavano l'arte del suo maestro, Duccio di Buoninsegna. La sua opera assunse un'intonazione meno ieratica e più mondana, aderente alla cultura europea dei tempi, aggiornata ai risultati del gotico francese, in rapporto dialettico con le proposte di Giotto.