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L'opera prende le mosse dalla sistematica del codice civile per offrire al giurista (avvocato, magistrato e notaio) uno strumento utile al fine di affrontare le questioni sull'ermeneutica contrattuale non solo di stampo teorico, ma pure con riguardo a quelle originanti dalla pratica forense. In tale scenario ampia attenzione è stata dedicata per un verso alla letteratura accademica (non solo italiana) e ai temi di natura tradizionalmente dommatica (si pensi, ad esempio, all'argomento legato alla gerarchia dei criteri interpretativi e al dibattito sul massimo effetto utile), per l'altro al «diritto vivente» forgiato in subiecta materia dalla giurisprudenza togata (specie di legittimità). Una considerazione non inferiore è stata similmente riservata ai temi consegnatici anche dall'esperienza extrastatuale, fra i quali mette conto di segnalare le clausole di completezza, le merger clauses e il contratto regolato da più fonti normative. Giova infine avvertire che costante è il dialogo tra gli art. 1362-1371 cod. civ., che segnano le linee direttrici della disciplina sull'intepretazione del contratto, e i correlati statuti radicati nella codificazione di settore anche di matrice europea.