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Le neuroscienze cognitive studiano come le funzioni del cervello supportano le attività mentali, in altre parole quali sono i processi sottostanti per esempio alle memorie, al ragionamento complesso, o anche alle patologie neurologiche e psichiatriche. Negli ultimi quarant'anni questa disciplina ha fatto enormi passi avanti, perché il progresso tecnologico ha reso possibile combinare le tradizionali strategie sperimentali della psicologia cognitivista con le nuove tecniche di neuroimaging, come la PET o la fMRI. Che senso ha studiare il passato di una scienza che si è sviluppata in modo così potente e promettente proprio negli ultimi anni? È utile essere a conoscenza degli esperimenti grazie ai quali Galvani ha dimostrato che gli organismi viventi sono in grado di generare elettricità? Oppure scoprire che Thomas Willis ha inventato termini utilizzati ancora oggi nelle neuroscienze? Storia e sviluppo delle neuroscienze cognitive parte dall'idea che conoscere il passato di una scienza multidisciplinare come quella cognitiva - che cerca di comprendere come si realizza l'incontro tra i nostri pensieri e il cervello - significa raggiungerne il cuore, capire che lo spirito della ricerca è interrogarsi sulla natura e sull'origine dei nostri pensieri.