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Una delle sfide fondamentali che un testo di neuroscienze cognitive deve affrontare è determinare i propri principi distintivi rispetto alla psicologia fisiologica, alle neuroscienze, alla psicologia cognitiva e alla neuropsicologia, discipline con cui le neuroscienze cognitive si intersecano e delle quali sintetizzano gli approcci disciplinari. Esse hanno inoltre rapporti stretti con discipline che si collocano al di fuori del dibattito mente-cervello, come la scienza dei sistemi e la fisica, ed è importante stabilire la natura del contributo che anche queste ultime possono dare. La terza edizione italiana di Neuroscienze cognitive ha raccolto questa sfida puntando a cogliere l'equilibrio tra le teorie psicologiche, con focus sulla mente, e le evidenze neuropsicologiche e neuroscientifiche sul cervello, che supportano tali teorie. Quest'opera non sposa, quindi, un approccio puramente cognitivo o neuropsicologico, ma sottolinea invece temi su cui c'è una convergenza di prove che provengono dai due ambiti, un aspetto cruciale per qualsiasi scienza e in particolare per gli studi sulle funzioni mentali superiori. Per illustrare i punti essenziali della disciplina e acquisire gli strumenti per comprendere l'architettura della cognizione, gli autori fanno ampio ricorso ai casi clinici, preferendo questo approccio didattico a una descrizione esaustiva dei disturbi cerebrali: tra i loro obiettivi c'è infatti quello di indurre chi studia a porsi le stesse domande che potrebbe farsi chi fa ricerca in questo campo, oltre che a concretizzare la formazione del proprio spirito critico. Ogni paragrafo è costruito sulla base delle informazioni e delle opinioni teoriche più attuali, supportate da evidenze tecnologiche d'avanguardia. I rapporti tra mente e cervello sono indagati utilizzando un'ampia gamma di tecniche, come l'imaging cerebrale funzionale e strutturale, la registrazione neurofisiologica negli animali, la registrazione di EEG e MEG negli esseri umani, i metodi di stimolazione cerebrale e l'osservazione di sindromi cliniche che derivano da danno cerebrale. Di queste tecniche si evidenziano punti di forza e punti di debolezza, per sottolineare l'importanza di utilizzarle in modo complementare. Infine, sono forniti anche esempi di ricerche che si avvalgono di tecniche computazionali.