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"Biologia delle piante" attribuisce il giusto riconoscimento alla straordinaria storia di questa disciplina e, allo stesso tempo, adotta un approccio influenzato fortemente dalla prospettiva emersa negli ultimi vent'anni. Infatti la crescita, lo sviluppo, il metabolismo delle piante sono stati considerati in un primo tempo solo a livello biochimico, cellulare e di intero organismo. Agli inizi degli anni Ottanta è sopraggiunta la prima di due ondate di cambiamenti che hanno modificato radicalmente il modo stesso di pensare la biologia vegetale: si è capito che la genetica molecolare poteva essere utilizzata come strumento per comprendere alcuni aspetti biologici in precedenza esclusi dal campo di indagine della genetica vegetale. Le funzioni biologiche cominciarono perciò a essere analizzate studiando le caratteristiche di piante portatrici di geni mutanti, che ne alteravano i normali processi metabolici. La seconda è stata la cosiddetta "ondata del genoma" alla fine del 1999, quando venne pubblicata la prima sequenza completa del DNA di un genoma vegetale. Il libro inizia con una sintesi sull'origine delle piante attuali: su come si pensa che i loro progenitori possano essere stati delle specie acquatiche di tipo algale; sulla conquista della terraferma; e su come le angiosperme siano riuscite a dominare la vegetazione terrestre. Vengono poi prese in esame le caratteristiche principali dei genomi vegetali e viene fornita una panoramica aggiornata della biologia cellulare.