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Le vicissitudini della pubblicazione di queste lettere di Mozart sono state illustrate dalla moglie Constanze: "Le lettere alla cugina, di gusto certo discutibile, ma molto spiritose, meritano una menzione, ma non devono essere pubblicate". Anche molti biografi e studiosi di Mozart rinunciarono a una pubblicazione delle "Lettere" per ragioni di decoro. Per la "pruderie" dell'Ottocento le "audaci espressioni" di Mozart non erano ammissibili. Ancora nel 1914 la "prima completa edizione critica" delle lettere di Mozart e dei suoi familiari espunge le parti incriminate per "ragioni estetiche". Dietro il sorriso del genio Mozart, l'eterno fanciullino, si celava l'animo di un giocherellone che non smetteva di inventare scherzi e facezie, con cui intratteneva l'amata cuginetta. Le "Lettere alla cugina" sono forse uno dei testi più emblematici e intimi per penetrare nella personalità del compositore austriaco, un vero e proprio cavallo di Troia nella sua psicologia, e rappresentano il lato più intimo, folle e trasgressivo della personalità del grande genio salisburghese. Postfazione e note di Juliane Vogel