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Come il digitale e le reti social hanno condizionato le menti dei nostri figli? Come possiamo riprendere in mano le redini dell'educazione e tornare a crescerli senza false paure? Lo sguardo di Domenico Barrilà, da sempre attentissimo all'influenza dei fenomeni sociali sulla psiche, si posa sui nostri "figli digitali", persi negli schermi dei loro cellulari e apparentemente vivi solo attraverso di essi. Vi scopre una generazione fragile, che oggi più che mai ha bisogno di adulti solidi, che non confondano l'"informazione" con l'"educazione". Si tratta di ragazzi che nella Rete e nell'ansia di voler essere costantemente "connessi" trasferiscono - magari distorcendolo - il bisogno di "legami" che è proprio dell'uomo da sempre. Finita l'"ubriacatura" tecnologica, responsabile di una confusione pedagogica senza precedenti, smaltita in parte la paura che ha paralizzato un'intera generazione di educatori, è necessario che genitori e adulti in generale si riapproprino della titolarità del compito educativo. Un compito che, spesso sentendosi scoraggiati e inadeguati, hanno finito per rifiutare, spalancando le porte al presunto "nemico": la tecnologia.