Tab Article
Lo "Zibaldone" leopardiano è una foresta vivente di libri e di sogni. Nella sua scrittura - insieme teorica e narrativa, frammentaria e progettuale - il sapere degli antichi e dei moderni è colto nel respiro delle sue plurali genealogie, sospinto oltre la linea della riflessione illuminista. Del labirintico lavoro leopardiano e delle sue domande in questo libro si ripercorrono alcuni luoghi che accompagnano l'intero arco della scrittura: il desiderio, la ricordanza, l'infinito come elementi della lunga meditazione sul piacere; le forme del rapporto tra filosofia e poesia; la critica della civiltà, delle sue forme di astrazione, scorporamento e violenza; la formazione del gusto e dello stile; la lontananza dalla natura e l'evocazione, da un punto di non-ritorno, delle favole antiche, della fanciullezza, degli animali, e la custodia delle loro immagini nel deserto della vita.