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Lisbona e il Portogallo sono teatro decisivo dell'immaginazione letteraria di Antonio Tabucchi. Con Lisbona Tabucchi firma un patto ideale attraverso l'amato Fernando Pessoa e il lavoro assiduo, durato tutta una vita, sull'opera del poeta. A Lisbona è legato dall'amore per la moglie Maria José De Lancastre e della realtà portoghese è stato, sempre, appassionato lettore. È lì, in questo Portogallo vissuto ma anche trasfigurato dall'invenzione letteraria, che rifluiscono le sue storie, i suoi fantasmi, la memoria del tempo storico e la memoria del tempo interiore. "Requiem" (1991), "Sostiene Pereira" (1994) e "La testa perduta di Damasceno Monteiro" (1997) testimoniano con straordinaria evidenza una stagione felicissima di scrittura e di impegno civile. Siamo di fronte a tre storie che, lette in sequenza, disegnano la trasparente complessità di motivi che danno forma e spessore all'avventura letteraria di Antonio Tabucchi. L'allucinato destarsi di figure che vengono, attraverso il sogno, a chiedere conto, il riscatto di un uomo mite messo dinnanzi all'urgenza di scegliere, il mistero di un delitto che suscita nuova ansia di giustizia in un uomo sconfitto ma non rassegnato. Con qualche libertà potremmo chiamarla "trilogia portoghese".