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"Nel 1979, introducendo una scelta di scritti di Enzo Paci, Veca osservava: 'Ci sono casi in cui ciò che a pieno diritto possiamo pretendere di trasmettere a coloro che ci seguono si chiama propriamente: uno stile. Sono anche questi, spesso, i casi in cui si insegna ad assumere un atteggiamento o a padroneggiare una tecnica'. Molti di noi, leggendo queste righe, hanno riconosciuto subito in quel che si diceva di Paci qualcosa che ci era familiare in chi lo diceva. Veca, infatti, mostrava anzitutto la possibilità di un'attitudine di ricerca e di un impiego del linguaggio filosofico. Gli oggetti cui questa attitudine e questo linguaggio si applicavano apparivano in un certo senso secondari, il che spiega la varietà e l'ampiezza di temi e metodi esemplificate in questa raccolta. Varietà e ampiezza che per altro ben rappresentano due caratteristiche preziose del lavoro e dell'insegnamento di Salvatore Veca. Innanzitutto la curiosità e apertura verso territori di confine o discipline diverse, attitudini che sono state alla base non solo degli interessi di ricerca di Veca, ma, per esempio, dell'organizzazione scientifica della Fondazione Feltrinelli, nel decennio in cui ne è stato responsabile, tra il 1970 e il 1980. I seminari della Fondazione spaziavano tra filosofia e scienze sociali aprendo un fecondo dialogo e offrendo un luogo di discussione fuori dagli schemi convenzionali..." (dall'introduzione)