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A partire dalla seconda metà del Settecento e per tutto l'Ottocento, con l'intensificarsi degli intrecci globali, favoriti dalla rivoluzione delle nuove tecnologie di comunicazione, le pratiche culturali, i sistemi religiosi, le ideologie e le rappresentazioni del mondo andarono progressivamente incontro a un processo di radicale revisione e trasformazione. Le distanze tra società e civiltà molto lontane tra loro si ridussero, imponendo a tutto il mondo inedite forme di relazione. Tre i nuclei tematici fondamentali analizzati da Sebastian Conrad. In primo luogo la riconsiderazione dell'Illuminismo interpretato come fenomeno storico collettivo e globale, e non più inteso come prodotto esclusivo degli intellettuali europei. In secondo luogo la metamorfosi alla quale andò incontro alla fine del XVIII secolo l'ordine temporale. Il passato e il futuro entrarono in conflitto e la modalità millenaria di misurazione su base naturale venne via via sostituita dal moderno sistema di controllo del tempo. Infine il ruolo delle religioni nel mondo che si andava globalizzando. A differenza di quanto pensavano le avanguardie progressiste del XIX secolo, le religioni non si eclissarono a causa della secolarizzazione e del «disincanto del mondo», ma si trasformarono a livello globale, acquistando un nuovo significato e una fino ad allora sconosciuta forma di rilevanza sociale.