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Di questo libro Alessandro Galante Garrone ha scritto: "Non è solo e non è tanto uno spietato e rovente atto di accusa contro le cricche degli alti papaveri politici e militari, la criminale imprevidenza e impreparazione, le vergogne dei profittatori nelle retrovie, la prepotenza disumana e sprezzante dell'alleato tedesco. E' prima di tutto la tragedia dei "poveri cristi" gettati allo sbaraglio, beffati, traditi e che pure, nello sfacelo immane di un esercito e poi di uno Stato riscoprono in sé le ragioni profonde della dignità del vivere."