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Un nomade globale, che vive tra Asia e America, sonda le radici culturali del binomio Oriente-Occidente. Accompagnandoci in un viaggio nella storia indispensabile per capire l'oggi con tutte le sue contraddizioni. E anche per interpretare le diverse risposte di fronte all'emergenza coronavirus. È dai tempi di Alessandro Magno che l'incontro-scontro fra Est e Ovest ispira la nostra visione del mondo. «Noi» siamo concentrati sui valori e sui diritti del singolo, «loro» abitano un universo comunitario. Il dispotismo orientale, teorizzato da Marx e da altri pensatori dell'Ottocento, lo ritroviamo al multiplo nelle sue reincarnazioni contemporanee, da Erdogan a Xi Jinping. C'è poi il «loro» spiritualismo contro il «nostro» materialismo: un mito che si complica sempre più nella modernità. Siamo passati attraverso le fasi dell'emulazione, talvolta dell'omologazione, del rifiuto, della rincorsa e del sorpasso, della riscoperta delle radici. È probabile che un punto di equilibrio non lo troveremo mai. Ora che la pandemia ci ha abbattuti entrambi, resta da scoprire chi si risolleverà per primo, quale modello risulterà vincitore.
L'Oriente è anima, l'Occidente è materia. L'Oriente è terra della sensualità erotica e allo stesso tempo l'Asia è quel luogo dove la comunità prevale sull'individuo, anche schiacciandolo. L'Oriente è massa, l'Occidente è culla di individui capaci di eroismo. L'Oriente è ordine imposto dall'autorità, l'occidente è caos dell'individualismo. Un saggio scritto con grande passione e chiarezza che segna le tappe di un viaggio guidato dalla religione (il proselitismo religioso come motivo per scoprire il mondo!), che affonda radici nelle tende dei mercanti e mette luce su un mondo "altro" fatto di popoli e città multietniche in cui regnavano già prima dell'anno 1000 ordine e sicurezza, dove i libri si stampavano due secoli prima di Gutenberg e dove la classe dirigente veniva selezionata in base a principi di merito che stupiscono Voltaire. "La storia è molto più complicata, ambigua e contraddittoria rispetto agli schemi astratti che cerchiamo di applicarle" Da dove nascono questi schemi? Nell'epoca in cui l'Occidente colonizza l'Oriente. Ed ecco che per gli asiatici l'Occidente diventa una nuova visione della storia, da apprendere assieme ad una nuova modernità. L'Occidente spiega l'Oriente a se stesso. E nello stesso tempo ne è sedotto. A partire dalla spiritualità senza dogmi del buddhismo che esorta alla conoscenza profonda di sé (non a caso #suntzu nel suo "L'arte della guerra" ne fa un incipit importante) e alla presenza viva verso se stessi, passando per il multiforme induismo e la ricerca dell'essenzialità propria del taoismo. L'Oriente propone la sua ricetta: copiare il meglio dalla modernità occidentale per poterla battere sul suo stesso terreno, preservando il cuore della propria identità. Ed è la storia recente a chiudere il cerchio e a ricordarci che "la tempesta passerà, l'umanità sopravvivrà ma vivremo in un mondo diverso. Questa è la natura delle emergenze. Portano i processi storici ad avanzare rapidamente". Il verso del pendolo della storia stava già oscillando in favore dell'Asia. La domanda che chiude il saggio è: quale Asia? Di Oriente non ce n'è uno solo.