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Trentatré poesie, tutte con lo stesso schema metrico. Ognuna è la descrizione di un sogno. Immagini ricorrenti provengono dal luogo dove sono state scritte: una piccola isola del Mare del Nord battuta da un forte vento e illuminata da un faro isolato. Un'isola reale ma anche archetipica: scenario ideale per il flusso di materiali onirici. Così le immagini surreali - angeli, conigli, la vecchia madre scomparsa da anni, ecc. - si mescolano alle dune e ai venti dell'isola, a navi di passaggio, alla luce ritmica del faro che entra nel sogno. E non si sa più che cosa è sogno e che cosa è isola. Ma la differenza - questo lo si capisce bene - non ha alcun senso.