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"Le tre opere qui raccolte rivelano molto del rapporto, complicato, tra i russi e la loro terra. "Una giornata di Ivan Denisovic" si occupa della nostalgia per una terra espropriata nella collettivizzazione e dell'amore per il lavoro dei campi al quale il protagonista sostituisce il rispetto per una terra circoscritta da filo spinato, dove, nonostante tutto, mani callose e screpolate dal freddo cercano di costruire qualcosa di degno, che li riscatti dall'abbrutimento. "Accadde alla stazione di Kocetovka" affronta il dramma del patriottismo sovietico declinato in una toponomastica intesa come assiologia e usata per distinguere i buoni dai cattivi. "La casa di Matrena" sposta invece l'attenzione del lettore sulle campagne: Solzenicyn abbandona i kolchoz per tornare al villaggio quale luogo deputato all'ambientazione delle vicende narrate. Da un certo punto di vista, come è stato detto, si tratta del «ritorno dall'Unione Sovietica alla Russia, dalla pianificazione del futuro alla nostalgia del passato»" (dalla prefazione di Ornella Discacciati)