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Tante (forse troppe) volte commemorando lo sterminio degli ebrei perseguito dal regime nazista concludiamo con un "mai più" pericolosamente sospeso, impreciso. L'immensa barbarie della Shoah spesso ci ammutolisce, riduce le nostre parole a una balbettante invocazione e trascura di spiegare con chiarezza quanto accaduto. Ma ciò di cui la storia ha assoluto bisogno non è uno sterile "dovere della memoria": "la memoria di Auschwitz è una memoria viva, non legata al solo martirologio. La commemorazione, come l'insegnamento, non portano da nessuna parte se si limitano a far riflettere sull'orrore. La loro importanza consiste nel riesame politico e non moraleggiante della nostra civiltà", scrive Georges Bensoussan. In occasione del Giorno della Memoria, un libro fondamentale che ci invita a eludere la retorica e ad adottare un approccio critico più lucido e diretto, perfino provocatorio: la Shoah è stata un'aberrazione imprevista e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione? Postfazione di Mauro Bertani.