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Figlio di un avvocato di provincia finito in carcere, Ernesto, il bambino protagonista dei Fiumi profondi, è stato allevato dalle vecchie "mamme" di una comunità india. Il contatto con la natura immacolata e l'essere cresciuto in un mondo primitivo hanno marcato indelebilmente il suo carattere. Quando finisce in un collegio di Abancay, vive nel ricordo dei suoi amici indios e dei grandi e austeri paesaggi che era abituato a "respirare". Poi ad Abancay esplodono contemporaneamente il tumulto delle prostitute, la peste e la rivolta degli indios. Ernesto sembra ritrovare se stesso: sente in questi sconvolgimenti il segno di un destino superiore e vi partecipa come trascinato da forze magiche. La fuga dal collegio sarà per lui un ritorno alle sorgenti stesse della vita. Prefazione di Marco Aime.