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Sempre di più la questione dell'immigrazione in Italia sembra diventata un'emergenza, ingigantita continuamente da drammatici fatti di cronaca. Sempre di più si stronca ogni richiamo verso la solidarietà e l'ascolto dell'altro con un malcelato scherno, additandolo come "buonismo" pericoloso, denigrando le "anime belle" che credono nella forza del dialogo e della pace. Niente di più sbagliato, secondo padre Enzo Bianchi: bisogna invece riconoscere che "essere straniero" è parte fondamentale dell'esperienza umana, al di là e al di sopra delle contingenze politiche e storiche, e che quando rifiutiamo di accogliere l'altro, stiamo rifiutando di guardare in noi stessi. Come sempre capace di parlare a laici e credenti insieme, Bianchi propone un lavoro di apertura e ascolto nei confronti del diverso da sé, un lavoro faticoso ma prezioso che ciascuno può compiere nella propria interiorità, ma che dovrebbe essere intrapreso anche dalla società nel suo complesso, per evitare che il confronto tra persone divenga un muro contro muro tra identità violente.