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Il saggio affronta la Shoah secondo una logica comparatista che passa in rassegna i fattori invarianti che attraversano la storia dei genocidi. Questo approccio non invalida o relativizza l'unicità della Shoah ma, inserendola in un quadro generale, ne evidenzia una logica storicopolitica e le conferisce una maggiore intelligibilità. Di tale quadro fanno parte i massacri verificatisi nel Caucaso ad opera del regime zarista, le guerre etniche-religiose della regione balcanica, i genocidi perpretrati dalle potenze imperialiste in Africa e nel sud-est asiatico, la distruzione degli armeni e, dopo Auschwitz, le pagine atroci che hanno continuato ad essere scritte in Asia come in Africa, ancora sotto i nostri occhi. Le analisi del volume consentono di intravedere una logica d'insieme e una coerenza strategica che lega tra di loro i fattori (economici, sociali, politici, culturali) che contrassegnarono il progetto di distruzione degli ebrei durante il nazismo. La Shoah diventa cosí un punto di precipitazione finale di una storia di lunga durata, quella dei genocidi, delle biopolitiche razziali e razziste, della polizia e della discriminazione etnica in cui un'intera civiltà risulta coinvolta.