Tab Article
Un poemetto che riscopre e reinventa l'innologia mariana. Trenta canti, ciascuno di sette quartine di endecasillabi fittamente e variamente rimati: Aldo Nove ha trovato una forma chiusa e una misura che evocano litanie senza tempo, ma paradossalmente, con questa forma e con questa misura, riesce ad articolare un percorso di straordinaria libertà espressiva, come se la sintassi del verso venisse forgiata ex novo a ogni canto e a ogni quartina. Della tradizione medievale mantiene la caratteristica di affrontare temi ardui con il massimo della semplicità: e questo grazie alla figura di Maria, nodo incandescente della cultura e dell'immaginario. Attraverso di lei Nove descrive visioni cosmogoniche, sonda quei pochi barlumi di eterno percepibili da chi eterno non è; dall'altro lato, di Maria esalta soprattutto lo stupore, l'umiltà, le caratteristiche di donna concretamente viva nel suo presente storico, simbolo di tutti i presenti storici e possibili. Il suo destino di incrociare senza volerlo condizione umana e realtà misteriose più grandi di lei, se non un esempio, è una parabola che parla a tutti, laici e credenti.