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Pittore originale e fecondo, Aldo Carpi (1886-1973) insegnò all'Accademia di Brera. Arrestato per antifascismo nel 1944, fu deportato a Mauthausen e poi a Gusen, dove scrisse questo diario. Un monito per non abbassare la guardia contro chi vuole cancellare la verità calpestando i diritti e la dignità dell'uomo. Ma il valore di questo diario va ben oltre quello del semplice documento. Innanzitutto perché fa percepire in presa diretta come si può vivere in un luogo in cui è dato solo morire, e perché racconta l'impari lotta di chi si impegna con tutte le forze a conservarsi "uomo", salvando la propria intelligenza e i propri valori in un microcosmo in cui pure la solidarietà è considerata un crimine. Le parole di Carpi, il suo voler guardare sempre oltre l'orrore, l'abbandono, la paura e la morte rimangono una lezione di umanità e di coraggio insieme con la sua intensa attività di pittore, così come dimostrano i suoi disegni qui riprodotti, e che fanno parte integrante del testo.