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Unione Sovietica, anni Settanta. Un giovane aspirante scrittore lascia Leningrado, stufo del circolo vizioso della letteratura dissidente: "Lamentarsi del regime, non scrivere, o scrivere solo per lamentarsene". Con il pretesto di fare delle ricerche sugli usi e costumi di una remota regione del Nord, il giovane parte per Mirnoe, un villaggio ai confini dell'Impero. In segreto progetta di insinuarsi nelle pieghe della vita di provincia e raccogliere materiale per la stesura di una satira anti-sovietica. Invece si trova a fare i conti con un passato che non passa: un passato di guerra, che ha prostrato i villaggi e consegnato una generazione di vecchie a morire in solitudine. E soprattutto incontra Vera, una maestra elementare che a quelle donne dedica la propria esistenza, strappandole alle loro case in rovina, seppellite sotto le nevi eterne della foresta. Questa donna silenziosa ed enigmatica, che ogni mattina si reca al solito incrocio di strade dove, fissata a un palo, l'aspetta una cassetta delle lettere immancabilmente vuota, è mossa da una ragione inscalfibile: la ragione dell'attesa. Sedotto da quest'attesa che non riesce a comprendere, il protagonista riuscirà a penetrare il segreto di Vera forse più di quanto avesse voluto, sostituendosi per un istante a colui che non tornerà.