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Questo poemetto prosegue e conclude il percorso iniziato con le due centurie di "Quartine". I meccanismi del desiderio sono rappresentati in tre tempi: un primo a due voci, che inscena un rapporto sado-masochistico dai tratti molto crudi incastonando precisi riferimenti filosofici e psicanalitici; un secondo introspettivo-riflessivo, ma fortemente connesso al primo; un terzo in prosa. Il desiderio è assenza, perdita di sé attraverso un simulacro di coppia; una fenomenologia del sesso che ha a che fare con l'umiliazione dell'io razionale, con l'abbandono mistico, con l'inesistenza delle vite reali, della storia e delle storie d'amore. Un poemetto contro l'amore, contro i sentimenti ai quali si contrappone la vera realtà dei corpi, dei gesti, del buio.